mercoledì 19 settembre 2012

Fine corso.

La lezione di domenica è stata dedicata all'analisi collettiva dei lavori. Kurita sensei ha preso ad esempio i racconti che ha ritenuto più significativi e ci ha costruito sopra l'analisi.
Se questo per i giapponesi è positivo e porta grandi benefici a tutti, negli italiani stimola invidia e frustrazione. I nostri studenti sono abituati a condividere le critiche e a farsi smontare in pubblico per cui, nel complesso, è andata bene. Però è stato comunque necessario che mi scusassi con Kurita sensei per alcune estemporanee reazioni.
Come siamo fatti male...

Nella sala con Kurita sensei
Comunque, martedì mattina il corso si è concluso ufficialmente con la consegna degli attestati alla YAG. Kurita sensei ha fatto un discorso semplice ribadendo quello che è ormai diventato il tormentone  dell'Accademia.
"Avete visto il manga da vicino e vi siete accorti che non è solo quello che arriva in Italia. Il manga qui è un mezzo per raccontare la società e i rapporti tra le persone. In Italia dovrete fare lo stesso. È difficile ma non c'è altra via."
Poi ha concluso con i soliti apprezzamenti di rito e il "non vedo l'ora di leggere i vostri lavori".
Sinceramente condivido anche quest'ultima frase.

Lunedì era festa nazionale e siamo andati a trovare Misao. Abbiamo mangiato in una vecchia sobaya vicino a casa sua per non disturbarla. I proprietari penso non avessero mai visto stranieri nel loro locale. È in una strada laterale e ce la siamo un po' cercata. La soba era buona e accompagnata dal bricco con l'acqua di cottura per diluire la soia alla fine.
L'ultimo lavoro di Misao

Nel primo pomeriggio abbiamo invaso con le telecamere la casina-studio di Misao. Abbiamo chiacchierato un po' di tutto, in un misto di italiano e giapponese che è andato sempre di più verso l'italiano modificato... la nostra presenza le fa bene.
Purtroppo, di tutte le cose che avremmo voluto fare insieme, ci è rimasta solo questa visita con intervista integrata. Misao è pienissima di lavoro e non è riuscita a liberarsi.
Soprattutto il problema è che deve anticipare tutto il lavoro a scadenza stretta, ovvero il manga, prima di venire in Accademia a febbraio in modo da avere, per quel periodo, solo lavori di illustrazione. Sono più semplici da gestire e facendo così quest'anno è riuscita a godersi di più i due mesi in Italia.

Dopo un dolcino insieme da Starbucks siamo tornati, con le nostre calorie extra, verso casa.
Ci vediamo a febbraio in Accademia. Sempre più vicini. Ancora una volta questi saluti a termine relativamente breve ci fanno sentire un'estensione del Giappone.
 
Infine oggi siamo tornati alla TDG a salutare Kawaguchi sensei e poi alla Graphic-sha dove abbiamo incontrato Nakanishi san. Questo signore è colui che ha rivoluzionato la manualistica tecnica dedicata al manga. Per primo ha pensato e progettato dei manuali strutturati che sostituissero i fascicoli monotematici che riempivano gli scaffali delle librerie.
Ci ha presentato il suo nuovo lavoro dedicato alla prospettiva e alle dimensioni relative di oggetti e luoghi. Utilissimo. Uscirà il mese prossimo e i diritti della versione italiana sono già di Euromanga Edizioni.
Giusy, Ilaria e Marco si sono esercitati con Ihara sensei, che non si sente all'altezza della parola "sensei" (maestro) perché da trent'anni lavora unicamente nel suo studio da mangaka ... se penso ai tanti, troppi "sensei" nostrani che abbiamo incontrato sulla strada della nostra scuola non posso trattenermi dal ridere.
L'esercitazione si è incentrata sulla statica di un personaggio che beve da una bottiglietta. Un compito molto più complesso di quello che si possa pensare.
Oltretutto, prima di entrare alla Graphic-sha, Marco aveva improvvisato uno spot pubblicitario per la bibita che stava trangugiando portando tutti alle lacrime dalle risate e ora la stava disegnando su un foglio A3. Non ci sono parole... Magari mandiamo il filmato a Voyager così avranno un vero fenomeno paranormale da raccontare. Ripensandoci, magari gli mandiamo direttamente Marco (!).

Alla TDG abbiamo raccolto un po' di tavole degli studenti del primo e del secondo anno. Ce li hanno fotocopiati volentieri perché secondo Kawaguchi sensei "guardare il proprio senpai aiuta ad imparare più rapidamente". Noi purtroppo i senpai non ce li abbiamo perché il corso dura solo un anno e quindi dobbiamo trovare questi stimoli all'esterno. Li appenderemo in aula e in biblioteca. Ho idea che quest'anno il corso accademico sarà ancora più massacrante dell'anno scorso.

Non vedo l'ora di cominciare.

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