Shinjuku Gyoen: un'oasi tra le aule e Sekaido |
Venerdì pomeriggio è stato dedicato ai Copic. Ci hanno ricevuto negli uffici della Too Marker all'undicesimo piano del Gakken building dove Kaoppe ha lavorato sulla colorazione insieme a Giusy, Ilaria e Marco. Andrea era lì per delle riprese e io facevo perdere un po' di tempo a Toshi, parlando di nuovi prodotti, più che altro per il piacere di stare un po' insieme in relax.
Tutti al lavoro, teleacamera compresa |
Tokyo dalle finestre del Gakken Bldg. |
Giusy gioca con le ombre |
Kaoppe, dopo qualche birra, è arrivata al suo massimo splendore con la lettura della mano e poi ha superato le aspettative portandoci tutti al Karaoke. Ha una voce bellissima (!). È partita con la opening di Evangelion e giuro che ho pensato che la stesse cantando in playback.
I giapponesi si allenano fin da piccoli a bowling e al karaoke. Vorrei tanto trovarne uno stonato che non riesce a buttare giù un birillo. Oltretutto, praticamente tutti conoscono "Santa Lucia"... la studiano alle elementari e, quindi, Kaoppe l'ha fatta partire al Karaoke sperando di sentirla cantare dagli italiani... niente da fare. Nessuno la conosceva. Marco ha provato a canticchiarci sopra qualche cosa con il testo di un paio di preghiere ma non era giusta nemmeno la musica per cui il contributo culturale è stato trascurabile. Meno male che i giapponesi applaudono sempre con entusiasmo per incoraggiarti. In ogni caso su "Bohemian Rapsody" e "Dancing Queen" vorrei sorvolare...
Siamo tornati distrutti con la prospettiva di alzarci presto la mattina seguente.
Yokohama: Minatomirai |
Yokohama D.C.: in aula |
Dopo il pranzo e la consegna del consueto attestato della scuola, con relative foto ricordo, siamo tornati a Tokyo. Per gli insegnanti la serata è proseguita nelle aule della YAG, dove ci hanno approntato una cucina di fortuna e dove ho potuto mantenere la promessa fatta a giugno a Uenishi sensei di preparare la carbonara davanati a lui per fargli capire bene come si fa.
Alla fine eravamo una dozzina di persone e, con l'aiuto di Andrea, ho preparato 2 kg di pasta alla carbonara. La pancetta "Vismara" a 12 € l'etto presa da ISetan e l'olio extravergine siciliano da 100 € al litro (!) portato da Akiko (che lavora per una ditta che lo importa dall'Italia), oltre al parmigiano di 24 mesi portato direttamente dall'Italia mi hanno aiutato a produrre qualcosa di commestibile. Devo dire che temevo peggio e non ho nemmeno dato fuoco alla scuola. Cucinare per così tante persone su un tavolo con due fornelli portatili e la moquette per terra è stata una vera sfida.
Lezione di carbonara |
In Italia siamo abituati che gli amici sono di famiglia e i colleghi di lavoro con cui ci si conosce meglio finiscono presto per diventare amici di famiglia. In Giappone questi due ambiti sono completamente separati. Dopo il lavoro o si esce con gli amici/colleghi o si torna a casa. La socializzazione qui è complicata. Un paio di giorni abbiamo visto una pubblicità sulla metro di una agenzia di incontri che garantisce il matrimonio entro un anno all'80% degli iscritti.
Pare che in effetti sia una cosa molto matematica. Qui, le famiglie pesano molto nella scelta e/o approvazione della futura sposa (o sposo). È sufficiente che la ragazza non abbia frequentato la giusta università per far saltare le nozze. È impossibile per il figlio di un medico sposare la figlia di un falegname senza scatenare una guerra totale con i genitori e rovinarsi l'esistenza. I ragazzi e le ragazze giapponesi sono un po' disorientati e ulteriormente in difficoltà nei rapporti umani, si rivolgono sempre di più a queste agenzie che costruiscono la scheda ottimale della persona da sposare e mettono in contatto i candidati. 8 su 10 si trovano e si accettano. Magari poco romantico ma, vista l'attitudine isolante dei giapponesi, è pur sempre meglio di niente.
Comunque al termine della carbonara, dopo una danza di Momo chan, la figlia di Uenishi sensei, ci siamo trovati seduti per terra a raccontare aneddoti vari tradotti, e filtrati (per fortuna), da Akiko. Sta ritrovando l'italiano che aveva quando viveva a Pisa... a un certo punto si è girata con un: "ma non dite cazzate che poi non le posso tradurre!". Siamo morti dalle risate.
Uenishi sensei è molto geloso della figlia e ha paura del momento in cui sarà cresciuta e se ne andrà in giro con un fidanzato. Kurita sensei era visibilmente felice di poter passare altro tempo con noi e ha raccontato di nuovo a tutti della sua esperienza nella nostra scuola. Maeda sensei tende a tenersi in disparte e ad osservare. Prima di tornare a casa, alle 22, mi ha fatto ricontrollare i certificati e il contratto di partnership ufficiale che ci hanno chiesto di rinnovare... è inutile. Lavora sempre!
Quasi addormentati sulla metro, siamo tornati a Tokiwadai. Al supermercato, prima di andare al dormitorio, ho comprato una nashi (buonissima pera giapponese a forma di mela) nonostante quella meno cara fosse a 2 euro (una)... Un po' di frutta ci vuole anche se costa un esagerazione.
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